Care Donne Protagoniste,

si sta per chiudere un altro anno insieme, costellato di tanti incontri e eventi significativi che hanno consentito di conoscersi meglio e di lavorare unite ad un progetto comune per il contesto sanitario e sociale in cui viviamo quotidianamente, sia per professione sia per scelta personale che spinge a voler migliorare, nelle proprie possibilità, quello che è intorno a noi.

E c’è tanto da fare.

Il mondo che ci circonda è ricco di opportunità, di nuove tecnologie, ricerche innovative che fanno sognare, dispositivi di ultima generazione con enormi potenzialità di cura, farmaci avanzati e intelligenze artificiali che aprono potenzialità finora solo immaginate, ma è anche un mondo pieno di contraddizioni. Da un lato un processo di crescita incessante e dall’altro un percorso ad ostacoli per molti che faticano, che perdono il passo in questa corsa verso il progresso o che in pista non sono mai riusciti ad arrivare. Sono uomini e donne, senza distinzione di sesso, genere, età, etnia, persone che si sono trovate a vivere improvvisamente in situazioni difficili, di malattia e di povertà o persino di guerra. La guerra a volte è manifesta come succede in Ucraina, a volte imposta al proprio popolo da un regime autoritario come in Iran, dove alle donne viene vietata qualsiasi scelta libera e, in definitiva, qualsiasi dignità. Donne sottomesse, chiuse in casa, cancellate dal contesto sociale. Degli ultimi giorni la notizia che sarà sospesa, fino a nuovo ordine, l’istruzione femminile. “Una popolazione femminile analfabeta è una popolazione che perde la connessione con il futuro” ha dichiarato alla Bbc una studentessa iraniana. E situazioni meno evidenti ma altrettanto drammatiche sono diffuse anche in scenari impensati, ne è testimonianza il numero altissimo di violenze perpetrate contro le donne. Anche in questo anno che lasciamo alle spalle, in Italia le vittime sono state 104, di cui 88 uccise in ambito familiare o affettivo e 52 per mano del partner o dell’ex partner.

In questa grande complessità, non c’è una risposta e non c’è un’unica soluzione, ma non ho dubbi sull’importanza che può avere il valore di una comunità, di fare rete, e immaginare una prospettiva alternativa alla realtà che non vogliamo.

In sanità, il periodo della pandemia ha già mostrato che risultati incredibili si possano ottenere quando si uniscono le forze e le istituzioni fanno quadrato per garantire a tutti equità di risposta ai bisogni, vicinanza a chi soffre e si punta sulla prossimità dei servizi. In questo, il carattere femminile è esemplare, lo sappiamo, capace di cura e vicinanza, di empatia, di accoglienza e inclusione, e deve essere protagonista nel costruire il cambiamento, facendo valere queste qualità contro l’indifferenza e l’acuirsi delle disuguaglianze, disparità che crescono in ogni ambito.

Sentiamo pressante il bisogno di una svolta, ma la trasformazione non avviene con un interruttore, non è una luce che si accende, è un processo a cui tutte e tutti siamo chiamati a partecipare. Facciamolo insieme!

Quando abbiamo condiviso la carta dei valori della Community, abbiamo scelto parole importanti come sorellanza, cooperazione, bene comune, visione prospettica, coraggio, parole che sono azioni cognitive e informano di significato e di intenzione i nostri comportamenti. Mai come oggi sento che abbiamo scelto le parole giuste per esprimere il nostro impegno per il prossimo futuro.

Grazie per quanto condiviso fin qui.

Buone Feste e buon inizio del nuovo anno, a presto,

Monica