Nonostante nei comparti infermieristico, tecnico e dell’assistenza le donne superino il 50% sono però gli uomini ad avere posizioni di potere, persino negli ordini professionali a prevalenza femminile. Le azioni per colmarlo sono state al centro della convention delle “Donne protagoniste in sanità” in corso a Bologna

24 GIU –

In Europa solo il 67% delle donne lavora, contro il 78% degli uomini. Se poi si sposta lo sguardo sulle posizioni apicali nel mondo del lavoro, si nota che solo il 7,5% dei presidenti dei consigli di amministrazione e il 7,7% degli amministratori delegati è al femminile. Non solo, ma la retribuzione economica delle donne è del 16% più bassa rispetto a quella dei colleghi maschi. Divari, questi ultimi, che si riscontrano anche nel settore della sanità italiana, dove le donne sono presenti ma non adeguatamente rappresentate e retribuite. Un esempio? il gap salariale tra maschi e femmine, in questo mondo, va dal 16 al 20%.

A fornire le cifre è Monica Calamai, coordinatrice della community Donne protagoniste in sanità, durante l’omonima convention che si svolge in questi giorni a Bologna.

“Se nei comparti infermieristico, tecnico e dell’assistenza le donne superano il 50%, c’è però un paradosso: sono gli uomini ad avere posizioni di potere, persino negli ordini professionali a prevalenza femminile”, spiega Calamai. E anche le posizioni di direttore di struttura complessa vedono una massiccia prevalenza maschile. Per questo, sottolinea, “la questione di genere deve essere inserita tra gli indicatori che valgono per la valutazione delle performance, come accade ad esempio per il Lea”.

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